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Volano stracci in nome delle umane piccolezze

di Alfredo Falletti

Stragi sono state perpetrate sotto ogni bandiera: Argentina, Cile, Grecia, Spagna franchista, Francia (Vichy collaborazionista nazista), Repubblica Sociale Italiana (detta Rep. di Salò), Brasile. E poi Cambogia, Vietnam, Corea, Indocina, ex Congo, Sud Africa, ex Rodesia (oggi Tanzania), Ruanda (Hutu e Tutsi), Corno d’Africa e l’elenco potrebbe non finire mai. Per limitarsi agli ultimi cento anni.

Nella piccolezza umana tipica caratteristica dell’ipocrita Europa si dibatte ancora di olocausto e foibe. Del primo si dibatte da sempre, e da qualche tempo sono come venute alla luce quell’altrettanto orribile e vergognosa vicenda rappresentata dalle foibe che sono state in realtà, anche quelle, una vera e propria pulizia etnica, una pratica tanto cara a tutta la parte est del continente europeo. Nella storia si sono avute pulizie etniche o pogrom più o meno conosciuti: dalla Polonia, all’Ucraina, dalla Bulgaria alla Romania e in tutti i paesi balcanici e spesso colpivano popoli vittime dell’uno e dell’altro delle parti in contesa come i Curdi massacrati da chiunque sia al potere in paesi come Turchia, Iran, Iraq, Siria.

In Italia, dove la vita politica è una costante campagna elettorale, le foibe sono state utilizzate dai fascisti per cercare di scaricarsi un po’ del peso delle conseguenze delle leggi razziali, della scanna degli ebrei (e non solo: zingari, omosessuali, dissidenti, avversari politici) con il famigerato “…e allora i comunisti?!?”, come se una tragedia infernale possa alleggerire le responsabilità di un’altra. Shoa e foibe sono state strumentalizzate da tutti, nessuno escluso per avanzare diritti e/o scaricarsi doveri ed il risultato è quello di oggi: un mondo che ragiona ancora in termini di “…e quelli, allora?!?”.

Sarebbe bene mettere da parte pretese di propria innocenza o di altrui colpevolizzazione e lavorare solo guardando al futuro scevri da quel che abbiamo ereditato dal passato che, se ne facciano una ragione tutte le parti in causa, è morto e tenerlo in vita può solo alimentare odi e divisioni tra coloro che si contrappongono ferocemente, ma che hanno un grande punto in comune: l’incapacità e l’inadeguatezza mentale di costruire quel che sia buono in senso pieno per il genere umano e non solo per parte di esso con una proiezione verso il futuro che stanno rendendo sempre più “improbabile”.

Questo è un mondo in mano a psicopatici con delirio di onnipotenza che ciechi davanti alla storia, che non riescono a leggerla per quel che sia stata davvero e ciechi anche davanti al futuro perché non riescono a guardare oltre la punta delle proprie scarpe e dei propri immediati interessi. Nel mezzo ci sono tutti coloro che si ostinano a piantare alberi sapendo che non ne vedranno i fiori e i frutti, ma il sognarli è già importante come l’aria. Del resto sono i sogni che fanno muovere il mondo. Nonostante tutto e tutti.

 

 

(10 febbraio 2024)

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