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La crisi dei diritti umani nel 2022

di Silvia Morganti

Il 2022 non verrà ricordato come l’anno dei diritti umani. In corso solo da un mese, ancora investito dalla pandemia, viene sconvolto dall’improvviso annuncio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il 24 febbraio, le Forze armate della Federazione Russa invadono il territorio ucraino, segnando così una brusca escalation del conflitto in corso dal 2014.

Sulla base del diritto internazionale, ha ricordato Amnesty International, gli stati devono risolvere le dispute internazionali attraverso mezzi pacifici e in forme tali da non mettere in pericolo la pace, la sicurezza e la giustizia internazionali. Il diritto internazionale umanitario viene violato e la preoccupazione cresce. Il 15 agosto, in Iran, il presidente Ebrahim Raisi firma un decreto con un elenco di nuove e aggiornate restrizioni su come le donne devono vestirsi all’interno della comunità locale, incrementando le norme riguardanti lo hijab e la castità. Il 16 settembre, muore Mahsa Amini. In visita a Teheran con la famiglia, il 13 settembre viene arrestata dalla polizia locale con l’accusa di non indossare in modo corretto il velo. La polizia dichiara che il decesso è avvenuto a seguito di un malore improvviso, ma la famiglia non ha mai creduto a questa versione e neanche la comunità iraniana, che insorge per chiedere verità e giustizia sulla sua morte.

Morte che riaccende la fiamma della rivoluzione ed il Paese torna a sollevarsi, con maggiori partecipanti, contro il regime teocratico iraniano degli ayatollah. Solo nel primo mese di proteste, circa 20mila persone sono state arrestate e 400 uccise, tra cui 23 minori. I numeri salgono giorno dopo giorno.

Il 25 settembre, In Italia, si sono tenute le elezioni politiche per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. I risultati hanno visto il centro-destra guidato da Giorgia Meloni affermarsi come coalizione più votata, con circa il 44% delle preferenze, conquistando la maggioranza assoluta in entrambe le Camere. Il 22 ottobre, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è stata nominata presidente del Consiglio, diventando la prima donna italiana a ricoprire questo ruolo. Il centro-destra percorre la via della famiglia rigorosamente tradizionale (una mamma e un papà) e ostacola i diritti della comunità LGBTQ+. Ad aprile, dopo aver autorizzato le associazioni pro-vita ad accedere ai consultori e organizzare spazi all’interno di Asl e ospedali, la Regione Piemonte stanzia 400 mila euro per progetti di tutela materno infantile. Sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) le strutture sanitarie in Italia con il 100% di obiettori di coscienza per medici ginecologi, anestesisti, infermieri o OSS. Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%. Meloni, già durante la campagna elettorale, si era impegnata ad andare incontro alle associazioni cattoliche pro life e ad attuare “tutta” la legge 194/1978 sul diritto all’aborto.

Il 20 novembre, inizia il Campionato mondiale di calcio. È il primo mondiale tenutosi nel Medio Oriente e nel mondo arabo. Sono stati edificati sette nuovi stadi, un nuovo aeroporto, moltissime strutture ricettive, sono apparsi nuovi centri urbani ed è stato rivoluzionato il sistema dei trasporti. Tutto questo ha avuto un altissimo costo umano, in un paese dove la tutela dei lavoratori lascia a desiderare. Come evidenzia Amnesty International, infatti, c’è stato un “mancato o ritardato versamento dei salari, condizioni di lavoro insicure, diniego dei giorni di riposo, ostacoli alla ricerca di un nuovo lavoro e accesso limitato alla giustizia restano una costante nella vita di migliaia di lavoratori”. All’aeroporto di Doha, un cartello di benvenuto elenca tutte le cose che non si possono fare nel paese, come essere omosessuali. L’articolo 296.3 del codice penale qatariota criminalizza infatti vari atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso e prevede il carcere in caso di violazione. Khalid Salman ha dichiarato che gli omosessuali arrivati nel paese per seguire la competizione sportiva “dovranno stare alle nostre regole”, sottolineando poi che “l’omosessualità è un danno psichico”. Per individuare e perseguire i trasgressori delle norme del paese durante la rassegna sportiva, il Qatar si avvale di tecnologie di sorveglianza di massa.

Il 25 novembre, con la guerra ancora in atto, la Russia apre un nuovo fronte: quello contro la comunità LGBT+ e chiunque manifesti atteggiamenti diversi dalla “famiglia tradizionale”, secondo la definizione della nuova legge approvata all’unanimità dalla Duma. Legge che vieta espressamente “la propaganda e la promozione” dei valori LGBT+, della pedofilia e del cambio di genere (drammaticamente equiparati). Per la violazione del divieto di promuovere “rapporti sessuali non tradizionali” è prevista una multa che va da 800 a 80 mila euro. Stranieri e apolidi possono essere espulsi, in determinate circostanze dopo l’arresto e quindici giorni di detenzione. Film e altre opere che “promuovono relazioni non tradizionali” non riceveranno il permesso di distribuzione.

Nello stesso giorno, in Italia, si contano 104 vittime di femminicidio. Poche tutele e minimo aiuto. La violenza sulle donne è un’ulcera culturale.

 

 

(16 dicembre 2022)

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