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Quirinale. La “questione di genere” è stata solo il solito paravento

di Stefania Catallo

La speranza prima, l’illusione e poi la conferma che non ci sarò nessuna Presidenta sono, a mio avviso, la dimostrazione di quanto la questione di genere sia stata il paravento dietro al quale è stata giocata la partita al Quirinale.

Una donna al Colle è stato il ritornello dell’ultima settimana: Belloni, Casellati, Cartabia, Moratti, sono state scartate una dopo l’altra per motivi apparentemente legati alla incompatibilità del ruolo svolto finora con quello della massima carica dello Stato, oppure perché troppo “politiche”. Non che i nomi maschili siano stati trattati meglio, sia chiaro, ma l’ipocrisia della parità si è finalmente palesata. Non sia mai che una donna venga eletta: per una che vale ce ne sono almeno dieci, di uomini, della stessa levatura quindi perché scegliere lei? L’uomo comune può digerire una Merkel perché la Germania non è dietro l’angolo; o una von der Leien perché in finale si tratta della Commissione Europea, mica del Quirinale. Ma poi, quando la parità di genere diventa una questione pubblica, tutto cambia. Salvini ha predicato di una donna al Colle per cinque giorni, e poi ha esordito col nome di Mattarella. Il centro sinistra, da parte sua, non mi pare che abbia mai proposto un nome femminile. E allora di cosa stiamo parlando, se non di un maschilismo sotterraneo e globale, che non riesce a trovare un solo nome proponibile, una sola deputata o “alta personalità”, così come strombazzato dai politici, in grado di assurgere al ruolo di Presidenta?

Sarebbe stato così destabilizzante per l’immagine italiana all’estero? Davvero la geopolitca mondiale  ha richiesto Draghi e Mattarella come garanzia di continuità, solvibilità e serietà del nostro Paese? Ad ogni modo, il prossimo anno si svolgeranno le elezioni politiche e gli equilibri probabilmente cambieranno, vista l’evoluzione o forse sarebbe meglio l’involuzione di alcune forze, come ad esempio i 5Stelle. Forse Mattarella, riconfermato al prossimo mandato, non resterà per sette anni, vista anche l’età. Sarà finalmente la volta buona? Potrebbe essere, e speriamo che sia femmina.

 

(29 gennaio 2022)

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