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Salvini arriva al Parlamento, “dice cose” senza gran senso politico, poi ripete: “Frattini” (ma gli hanno già detto tutti “No”)

di Daniele Santi

Sembrerebbe proprio essere alle porte il terzo suicidio politico di Salvini dopo l’annegamento in un mojito al Papeete, dopo il tonfo alle ultime amministrative, anche se il gatto ha sette vite e potrebbe rialzarsi in un rigurgito di vita, perché non tira una buona aria.

Verso metà pomeriggio – lo scrive Gaiaitalia.com NotizieSalvini si è presentato ai giornalisti inanellando una serie di dichiarazioni vuote e pleonastiche, sul genere del “Un pomeriggio di lavoro”, “Farò un nome di prestigio e di livello internazionale”, “Voglio chiudere domani per passare il fine settimana coi miei figli” – e come biasimarlo – e infine un inutile quanto trionfante depistaggio su una presunta notizia in arrivo da Bruxelles che vorrebbe l’UE voler ritirare il PNRR perché l’Italia cresce più del previsto. Bisogna pur parlare di ciò che non serve a nulla e che non è materia di cui parlare. Soprattutto quando non si sa che dire.

Salvini è il kingmaker che non è nemmeno un maker, e non può più perdere: ma i suoi governatori storcono il naso, Giorgetti e i giorgettiani tacciono, che non è mai un buon segno, e lui continua con la sua caccia alla volpe in più direzioni (ma della volpe non c’è traccia) mentre Meloni e FdI impallinano con precisione chirurgica il segretario leghista ad ogni sua parola. E c’è di che far centro.

Comunque Salvini riesce a raggiungere l’obbiettivo di tenere ferme le bocce e palla al centro perché non fa nomi (e forse non ce li ha nemmeno), e tutti stanno aspettando le sue proposte per iniziare una discussione che non è nemmeno stata fissata. Poi il verbo arriva: “Frattini”, ma la proposta arriva di nuovo dopo essere stata definita come “improponibile” da mezzo parlamento.

Ma questo circo leggerissimamente cialtronesco va avanti: in casa 5Stelle infuria la guerriglia Conte-Di Maio con quest’ultimo che marca il territorio schierando i suoi a favore di Mattarella e Conte che arranca in un M5S che sembra impazzito e non gli risponde. O almeno sembra non farlo.

Che Renzi e Calenda non dicano una parola sembra non contare niente per nessuno. Non ci metteremmo la mano sul fuoco. In un pomeriggio di giochetti ciò che mancava era il teatrino di Mastella in diretta da Enrico Mentana che ha allegramente intrattenuto il pubblico su temi pregnanti come le battute di Pulcinella mentre lo portavano in galera. Tocca fare audience mentre aspettiamo la quinta votazione.

 

(27 gennaio 2022)

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