di Massimo Mastruzzo*
La guerra in Ucraina usata come assist utile ad arricchire i soliti noti, o almeno provarci: grazie ai soliti pressing, chi fa affari col biogas ha ottenuto la norma che considera il digestato un fertilizzante. In barba al Laudato si’, e con lo stesso trucchetto usato per il Decreto Genova: invece di custodire la terra, i “custodi” la considerano un mezzo di sfruttamento e arricchimento solo (o quasi) personale.
Le norme vigenti prevedono (prevederebbero) analisi del terreno prima e dopo lo spandimento del digestato cosiddetto equiparato: oltre a non aver mai visto fare queste analisi, non è chiaro da chi dovrebbero essere fatte e soprattutto chi controllate. Ad oggi, in palese violazione del Decreto Ministeriale del 2010, Regione Lombardia non ha mai istituito il registro degli impianti biogas. Registro che ogni anno Province e Comuni avrebbero dovuto aggiornare.
La norma approvata nel DM si aggiunge alle altre violazioni contenute nel PNRR rispetto alle Direttive comunitarie e ai Trattati Internazionali sulla qualità dell’aria e della biodiversità. Spargere digestato appare una via fin troppo comoda di smaltire senza pagare, anche perché spesso proveniente da matrici che in tutti gli iter autorizzativi non sono mai precisati e documentati. Questo rappresenta nella sostanza il fallimento della politica agricola, e il report annuale di ISPRA (L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ne è la prova documentata nei fatti (a questo link il corposo documento tecnico di rilievi giuridici scritto dall’avv. Cristina Mandelli e dall’ing. Giuseppina Ranalli).
Auspicando che alla camera che venga aperto un audit di approfondimento dell’emendamento approvato nei giorni scorsi e che rinnova per il 2022 gli incentivi statali agli impianti, invitiamo nel frattempo i Sindaci a reagire immediatamente esercitando il loro ruolo di autorità sanitaria locale e di rappresentanti legali dei Comuni quali Istituzioni che promuovono gli interessi di tutti i cittadini. Tutti.
*Direttivo nazionale M24A-ET
Movimento per l’Equità Territoriale
(20 marzo 2022)
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