di Ghita Gradita
Ci voleva un’attrice agée riesumata pro-Sanremo con una trovatina di dubbio gusto come una collana a forma di marijuana per riempire le pagine dei giornali: polemica ad uso sanremese, con l’attrice sulle pagine dei giornaloni, mentre Toti va sugli altri con gli attacchi ad opera della Lega e il suo premiare la “miglior cover” il 4 febbraio.
Parte male la kermesse: una polemica inutile che non serve nemmeno a chi della marijuana terapeutica (perché di quella si parla) ha bisogno, ma che tanto serve alla manifestazione prima che di musica si possa parlare e di musica si parli. L’attrice non aveva bisogno di altre questioni da giustificare dopo la questione dello spettacolo saltato, della richiesta di risarcimento dal teatro (vinta dal teatro con sentenza definitiva dalla Corte di Cassazione) a causa di una sua cena con Putin. Certo occorreva accendere i fari su un’altra questione. La marijuana terapeutica va benissimo. A Sanremo tutto fa show.
Per onore della verità va detto che Muti è stata condannata dalla Corte di Cassazione, per aver disertato uno spettacolo in cartellone per partecipare ad una cena, invitata dal Premier russo Vladimir Putin. La condanna prevede sei mesi di reclusione, e 500 euro di multa per truffa aggravata e un risarcimento di 30 mila euro per il Teatro. L’attrice, scrive Il Messaggero, invia un bonifico da mille euro al mese che le garantisce la sospensione condizionale della pena e i pagamenti sono attualmente in regola.
(1 febbraio 2022)
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